Gli ospedali d’eccellenza italiani fanno scuola all’estero. La notizia arriva dal Gruppo San Donato, una delle ‘sette sorelle’ della sanità privata. Il Policlinico San Donato – Irccs fra i ‘gioielli’ del Gruppo -si è infatti aggiudicato la gestione pluriennale di un ospedale pubblico in Iraq. Un deal che, a quanto apprende Fortune Italia, vale circa 40 milioni all’anno.
Il contratto si inserisce nel quadro delle iniziative promosse da Kamel Ghribi, vice presidente del Gruppo San Donato e presidente di GKSD Investment Holding. Dal Policlinico San Donato andranno in Iraq a turno 21 persone di area medica e tecnico amministrativa per valutare, formare e affiancare le capacità del personale locale.
Nei giorni scorsi la famiglia Rotelli, che controlla il 100% del Gruppo San Donato (GSD), aveva affidato un mandato esplorativo alla banca d’affari Morgan Stanley per valutare la valorizzazione di una quota del 20% del gruppo.
L’intesa è stata siglata dal ministro della Salute, Saleh Al-Hasnawi e da Ghribi (nella foto). Al centro dell’iniziativa, l’ospedale universitario ad alta specialità nella città di Najaf, dotato di 492 posti letto e di proprietà del ministero della Salute iracheno.
Come ha sottolineato il ministro, la firma rientra nel quadro dei rapporti di cooperazione tra Iraq e Italia, nell’ottica di un lavoro congiunto tra i due Paesi. La partnership con il Gruppo San Donato rafforza questa cooperazione e, per la prima volta, porta l’eccellenza sanitaria italiana al servizio del Paese e della popolazione irachena.
L’intesa, sottolineano dal Gruppo San Donato, rientra nel nuovo indirizzo di politica sanitaria che punta allo strumento del partenariato pubblico-privato con operatori internazionali per innalzare la qualità, l’accessibilità e la sostenibilità finanziaria delle cure della popolazione irachena.
“Siamo onorati di questo incarico che abbiamo ricevuto dal governo iracheno. La nostra iniziativa in Iraq – ha detto Kamel Ghribi – ha carattere pionieristico e ci auguriamo che possa rappresentare solo l’inizio di una sempre più stretta collaborazione tra i nostri Paesi, poiché questo accordo apre le porte a nuove opportunità di sviluppo e cooperazione anche per altre aziende italiane“.